6 maggio 1942

6 maggio 1942
Carissimi,
ho avuto ieri le vostre lettere del 28.4 e 5.2.42, e dopo l’attesa dei giorni scorsi, mi hanno ripagato delle ansie, del desiderio di vostre buone nuove.
Mi ha fatto piacere il sapere che vi daranno altre 800 lire di arretrati, per il premio di operosità. E’ tutta una grazia di Dio che viene ad aiutarci.
Al solito, penso sempre a papà, e vorrei saperlo bene a posto, al fine di poter avere l’animo in pace riguardo le vostre possibilità di denaro. Per il momento spero che qualcosa avrete ancora, tanto più che avete preso gli arretrati, e che Wally e Silvana lavorano. Se io potessi essere con voi e lavorare,
lavorerei anche la notte, pur di non farvi mancare la tranquillità. Ma non posso fare altro che sperare in bene.
La buona stella che ci ha aiutati finora, non credo ci abbandonerà in seguito.
Io sono molto ma molto stanco dal lavoro, che mi soffoca. Non ho cento mani, e dovrei averne almeno dieci per supplire alla mancanza dei miei amici. E così non ho finito una cosa, che altre tre si ammucchiano sul tavolo, e mi affanno, ma non posso fare più che una cosa per volta. Sono sere ormai che lavoro fino alle 22,30 , e la mattina comincio alle 8.
E perciò non posso scrivervi nemmeno due righe. Oggi ho un pò di respiro, (sono le 12), e per una mezz’oretta o un’ora ancora. E perciò riempio questo tempo con questa lettera, che mi metterà l’anima in pace.
Papà dice che l’aglio preserva dalle malattie: E dove lo posso trovare? E poi ho fatto le punture, quindi non devo temere. D’altra parte non posso temere eccessivamente per la mia salute, che è sempre stata ottima e, come ben sapete, ho vinto sempre i mali. Sapete il male che è ormai lontano?
Il tifo! Ma ormai non c’è più da temere. I miei carissimi amici verranno fra 40 giorni, e ormai sono fuori pericolo.
L’inconveniente è dell’acqua che qui era contenuta in una vasca, e che oltre l’acqua conteneva anche terra sporca ma ora anche questo non è più da pensare, perché tutto è stato ripulito e l’acqua è sterilizzata.
Vi ringrazio per i pacchi che mi avete mandato, e ve ne sono grato perché così avrò il necessario. I pettini sono una vera manna per qui, e pure il latte, che mi servirà la mattina per metterlo nel caffè.
Lo credo che nel giardino abbiate messo al posto dei fiori della verdura. Con i tempi che corrono, non si può dare spazio ai colori, perché sono più interessanti i sapori. Quest’anno spero di poter mangiare anch’io del nostro giardino, certo non troppo presto! Pensate che ci sono dei compagni che da 16 mesi, ossia quando siamo partiti, non sono stati a casa. Io che manco solo da 8, non dovrei lamentarmi. Abbiate quindi pazienza, che verrà il giorno che potrò essere di nuovo fra voi.
Teresina mi ha scritto di scusarla, e si è confessata pigra ma che non devo fare eccessivo caso al suo rado scrivere, perché non è colpa sua, bensì della pigrizia. Che idee!
Andrà in questi giorni a Pietra Ligure a trovare il nipote alla colonia, e poi spera di andare in Albania.
Non abbiate pensieri sulla mia salute, ché stò benissimo, e vorrei che pure voi foste così.
Abbiate tanti baci cari dal vostro Dino
Grazie di cuore per S. Bernardino

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