P.M.29/P 26 APRILE 1942 XX°
Carissimi,
Rispondo con un giorno di ritardo alla vostra giuntami ieri, perché ho avuto da fare, e anche perché ieri sera, dopo un poco di tempo che non potevo farlo, sono andato al cinema. Vi era anche uno spettacolo di varietà venuto da Atene, fra il quale figurava anche la cantante di radio Atene. Ho sentito cantare “mamma” e “vorrei morir”, bellissima romanza, cantata in perfetto italiano. Così ho trascorso qualche ora lieta.
Oggi è domenica, e purtroppo non avrò tempo per andare come le altre volte a passeggiare, a causa del fatto dettovi già, e cioè che siamo rimasti in quattro qui da noi. I miei amici stanno già meglio e spero che a giorni siano di nuovo con me. Stamane si è ammalato il Sergente maggiore che era restato con me, così sono l’unico del mio ufficio restato, di quattro. Sto perfettamente bene, e rassicuratevi, che non vi è pericolo che mi accada del male. Oramai, dato tutto il tempo passato, non ho più pericolo. Ho appreso da papà che non è ancora impiegato, e mi dispiace, ma dalla sua lettera capisco che a giorni troverà certamente un posto buono. Lo spero fermamente, perché in questi momenti, il denaro è prezioso, e chi deve adoperarlo ne ha bisogno assoluto.
Riguardo la licenza, non posso dirvi nulla di preciso; sò solamente che si dice che a giorni si riapriranno settimanalmente. Se ciò avvenisse, il Reparto Comando deve mandarne ancora una ventina di uomini, e questi in due turni andrebbero. Dunque potrebbe essere a meno di un mese se riaprono il servizio, come potrebbe essere anche di più se non lo riaprono subito.
State tranquilli, che per quest’anno verrò indubbiamente.
Riguardo ai polli, non ne mangerò sicuramente quando verrò a casa; se hanno quel prezzo dettomi da papà ! Ma mi vorrò fare delle spanciate di insalata di pomodori, e di peperonate. Si può ancora farle, no?
Il documento dello stipendio ve lo manderò dunque al 16 giugno, così vi servirà per tempo. (interrompo perché mi chiamano a lavorare)..
Riprendo oggi lunedì, ore 13.-
Ieri non ho potuto continuare a scrivere, perché ho dovuto lavorare molto, ma a quest’ora spero di poter finire questa mia lettera.
Ieri sera, la famosa cantante già nominata sopra, a seguito del fatto narratomi da miei amici, nel più bello del canto, fece cilecca, perché le mancò la voce, e non le venne per tutta la sera. Dovrete figurarvi i miei amici che ridere ! Ma sono cose che avvengono in Grecia, dove vi è tanto sole, tanti fichi e olive, ma dove la gente si pesa dalla bocca pronta a ingannare il prossimo, e da come è presuntuosa. Pensate: La famosa cantante di radio Atene ! Che baffoni giganti ! e dire che alle volte si criticavano le nostre compagnie di varierà e i nostri cantanti. In Italia, e lo possiamo dire noi che di paesi ne abbiamo visti, in Italia solamente si vive bene. io non sò come sia questa faccenda, ma sotto tutti i punti di vista, noi siamo abituati a vivere una vita più elegante, più piena di comodità, che passano di gran lunga tutti gli altri. E’ inutile, la nostra Patria, è e sarà sempre la più amata, la più desiderata delle nostre méte.
Silvana mi chiede se conosco ‘Lily Marleen’ : Ma sono cose da domandarsi a me ? La sò, e da tanto tempo. Forse prima di voi. Già prima che venissi in licenza ad Agosto. Tutte le sere, verso le dieci, quando vado a letto, la sento dalla radio che c’è nella stanza vicina, e mi dà la buona notte. Da radio Belgrado tutte le sere la trasmettono. La sentite sempre? E se comprate il disco, avrò molto piacere quando lo sentirò.
Sono arrivati quest’oggi 1000 pacchi da due chili per il nostro Reggimento, e domani li distribuiranno. Ci sarà sicuramente anche il mio. Ve ne darò poi ricevuta, non appena lo avrò preso.
Di salute non mi debbo lamentare, stò benissimo; mangio tanto, e Beccali1 che può ogni tanto mi fà avere una pagnotta delle sue che non mangia perché è frugale nei pasti. Mi chiama lo sbafone2! Ma io non ci bado, perché preferisco essere chiamato così; ma sbafare realmente.
Se avrete occasione di fare fotografie del giardino, non mancate di mandarmele, che mi farete piacere. Io per il momento non ne faccio, perché non ho la macchina, e poi costa troppo caro comprare le pellicole.
In ogni modo questa estate ne farò certamente in un modo o nell’altro.
Termino il papiro con la speranza che vi troverà in perfetta salute, come ha lasciato me, e baciandovi tanto affettuosamente.
Vostro Dino
1 Amico di Dino
2 Nel senso di gran mangione