10 dicembre 1941

P.M. 29/P 10.12.41

Carissimi,

Ieri ho ricevuto la lettera nella quale tutti mi fate gli auguri per il mio compleanno1. Si, lo confesso, sono vecchio, ma li porto bene gli anni per la mia età avanzata! Non acciacchi, e tanti litri di vino, (vedi racconto dei numerosi centenari). Debbo realmente dire che la fortuna mi assiste, se sono sempre pieno di forze, e senza il minimo malanno.

Tutti mi dicono che sono “sbafone”, ma io me ne rido, e penso che tanti si ammalano, mentre io non posso registrare un minuto di debolezza, un attimo di febbre.

In questo periodo di freddo siamo tutti un pò malandati e fioriti: Ossia foruncoluti. A me ne è uscito oggi uno dalla parte sinistra della fronte; dicono sia la primavera… Romana (Rieti), ma ritengo prive di fondamento tali notizie, stile ammiragliato britannico.

Vi ringrazio tanto degli auguri che sono i più cari, i più graditi, che posso ricevere e non dubitate che vi ricordo sempre con tanto affetto, e sogno per voi tante cose belle. E grazie anche per S. Barbara ! Li faccio pure io al caro papà, essendo la nostra protettrice, la medesima, con la sola differenza che noi spariamo il cannone, loro le mine.

E anche le care sorelline ringrazio per le righe scrittemi, che ho gradito molto, io pure le ho sempre nella mia mente, assieme a tutti voi cari.

Da più giorni sono in attesa dell’olio, ma non mi è ancora…

(la lettera si interrompe così perché il resto non è stato trovato).

1 Il 12 dicembre.

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