14 aprile 1945

ATTENZIONE: questa lettera non è originale ma è stata scritta sulla base dei documenti e delle testimonianze di Dino.

Magdeburgo, 14 aprile 1945

Ciò che temevamo è puntualmente capitato. Di fronte al mancato arrivo degli americani e non sapendo dove andare, le SS ieri mattina alle 6 si sono ripresentate al campo della Polte.

Uomini e donne sono stati cacciati fuori con la forza dalle baracche da due unità della Volkssturm con l’aiuto della gioventù hitleriana. Temendo possibili vendette da parte dei prigionieri e di essere ritenuti responsabili dalle truppe alleate per le condizioni del campo, hanno deciso di condurre dall’altra parte dell’Elba i prigionieri che nei due giorni precedenti non erano fuggiti come invece abbiamo fatto noi.

Circa 3.500 prigionieri, scortati da guardie armate, hanno marciato attraverso la città verso est, ma essendo completamente esausti ci hanno messo ore per compiere un tragitto di circa quattro chilometri ed arrivare al ponte sull’Elba.

Passati sull’isola sono arrivati sul terreno dello stadio “Neue Welt”. Mentre le guardie si sono fermate per fare una pausa, i prigionieri sono finiti improvvisamente sotto il fuoco dell’artiglieria delle truppe americane posizionate nella parte sud-orientale della città. Così, in preda al panico, chi non veniva colpito cercava di scappare e veniva ucciso dai tedeschi. Chi ha assistito all’episodio parla di una vera e propria carneficina.

Dopo il massacro, i sopravvissuti sono stati nuovamente radunati e incamminati verso est con destinazione (almeno così dicono) il campo di concentramento si Sachsenhausen ancora in mano ai tedeschi. Di loro non si sa più nulla.

Fortunatamente noi nel nostro nascondiglio siamo riusciti a sfuggire a questa triste sorte e ci siamo ritrovati a vagare per le strade della città. Al grande incrocio tra Sedanring e Poltestrasse, abbiamo trovato un carro trainato da cavalli abbandonato. Sul carro c’erano numerose valigie e bagagli, forse appartenenti alle guardie del campo. Ma quando alcuni di noi si sono avvicinati sono stati minacciati da alcuni giovani hitleriani armati. Sono intervenuti dei civili e per fortuna non ci sono state sparatorie.

Tutte queste cose le abbiamo sapute oggi dai pochi sopravvissuti che sono tornati nel campo dove ora non ci sono più guardiani. E nemmeno prigionieri.

Dino.

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