30 maggio 1941

Zona d’occupazione 30.5.41

Carissimi,

vi scrivo ora che per qualche giorno sarò qui fermo. Abbiamo preceduto tutti (noi del nostro ufficio) per sistemarci e lavorare. A trecento metri c’è il mare, qui, un bosco fitto di ulivi, e l’erba alta 40 cm.

Il cielo è sereno, ho solo le mutandine e mi annerisco al sole. Faccio uno o due bagni al giorno, e ho ripreso contatto col mare dopo tanti anni, con una gioia immensa. Per la strada qui davanti passano di continuo carrettini come quelli siciliani con i ciondolini e i fiocchi, che ci portano tutto, dalle uova al cognac, dalle sigarette finissime alle botti d’olio. Pensate: Ad Agriniou un pranzo con un piatto di capretto e vino di Rodi costa 1.75. A Missolungi che si vede poco distante, si trovano oggetti di biancheria. Ho comprato un paio (due) di mutande delle quali ero sprovvisto.

Dietro alla mia schiena (???) passa un trenino, sbuffante come quello antico di Moncalieri, con dei vagoni che sembrano giocattoli. E la gente saluta passando. Si mangia bene: Pesci, polli, risotti squisiti (parlo del rancio) e la salute è ottima. Ho comprato sigarette, che da noi non si trovano, e se si trovano costano sulle 12 lire – per 1.50. Ve ne accludo due perché le proviate. Ditemi poi se vi sono piaciute.

In mezzo al mare c’è la città di Attolicon che sembra Venezia. E’ collegata alla terraferma a mezzo di un ponte.

Il posto è bello, tutto rende piacevole questo soggiorno momentaneo qui, ma presto mi muoverò per il sud, e farò qualche ora di mare per attraversare uno stretto.

Da voi è venuto il bel tempo?

Nella lettera precedente dicevo della ricezione dei pacchi vostro e della zia. Lo avete saputo?

Per il momento non ho altro da dirvi, e poi la carta è al termine, quindi vi lascio mandandovi tanti baci cari.

vostro Dino

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