4 dicembre 1942

P.M. 29 li, 4 dicembre 1942/XXI

Carissimi,

Voglio scrivervi questa sera per raccontarvi della bellissima giornata passata oggi. E’ la festa di S.Barbara la nostra protettrice, e naturalmente la abbiamo festeggiata come si merita. Da tanti giorni pensavamo ai bei momenti di lieta festa che avremmo dovuto passare, e oramai che è passata, sembra che sia stato un sogno tanto breve. Alle undici di stamane ci siamo riuniti noi del comando, e siamo andati in Caserma insieme. Giunti in caserma, abbiamo trovato tutti i camerati del Reparto, già a tavola pronti per mangiare. Ci siamo seduti anche noi al nostro posto, e allora è cominciato il rancio. Immaginate una vasta sala, con al centro due file di tavole, contornate da Artiglieri, pieni di allegria, con i loro vent’anni, e poi il buon vino che avevamo in fiaschi, quindi potrete farvi un idea di come ci predisponevamo alla festa. Vi era la orchestra strapaesana composta da elementi della banda militare, con trombone, e per farvene un idea, basta che voi pensiate a quando, prima della guerra vi era la festa di Alpignano: La stessa musica strapaesana con repertori di polche, mazurche, e altre musiche allegre. Così abbiamo cominciato a mangiare allegramente, e badando a non fare mancare motti di spirito. Ho mangiato risotto alla milanese, insalata verde con polpette di carne, a volontà, noci aranci, vino, e infine caffè. Vi dico sinceramente che non ero più capace di alzarmi da tavola, dopo. E durante il pasto, a richiesta, la orchestra, suonava pezzi allegri che ci davano in cuore l’idea di essere nei nostri paesi lontani. L’unica cosa che mancava eravate voi, ma il sacrificio è nullo, in confronto a quello che ci donerà. Ogni tanto ci vuole una giornata spensierata come oggi, al fine di rompere la monotonia di questo autunno così bello ma così triste. Sono contento stasera, e voglio perciò rendere partecipi pure voi della mia contentezza.

Alla lotteria che si estraeva oggi, e dalla quale tutti abbiamo guadagnato qualcosa, (gratuitamente), io ho preso un tubetto di dentifricio. Si tratta di una somma non indifferente, dato che qui un tubetto di dentifricio costa sulle 1500 dracme, qualcosa come 200 lire.

Domani o dopo dovrebbe partire per la licenza un mio amico che verrebbe a casa nostra, essendo di Alpignano, e gli darò gli anellini ricordo che da tanto tempo ormai ho qui. Riguardo alla licenza non potrei dirvi ancora niente, essendo la decisione fulminea. La sera potrebbe darsi che vi fosse posto, e la mattina potrei partire. Non per questo dovete credere che io verrò presto, ma non si sa mai.!

Di altro di importante non avrei da dire, e perciò vi saluto e bacio con tanto affetto. Vi prego di salutare tanto anche gli zii e la nonna.

Vostro Dino

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