29 luglio 1942

P.M.29 li, 29.7.942

Carissimi,

Ieri ho avuto la bella sorpresa di ricevere quattro vostre lettere contemporaneamente. Ho letto per mezz’ora di seguito, e non vi so dire l’immensa gioia di avere tante e così belle vostre nuove. Due giorni fa avevo spedite le prime tre fotografie fatte con la macchina che mi avete mandato, ed oggi vi mando altre quattro di esse, così ne manca solo una, che manderò la prossima volta. Il secondo rotolo lo sto finendo adesso, e così avrò sedici fotografie mie. Ho appreso che papà mi sta procurando altri rotoli; ringrazio tanto, e rimango in attesa di essi. Però debbo dirvi che ne ho trovati qui, e se avete solamente comprati quei due, non compratene altri, che io li trovo. Il prezzo non sarà poi quello vostro, s’intende, ma qui non bisogna farci caso. Ho poi intenzione- visto che avrò già fatte svariate foto, una volta che non avrei più luoghi da ritrarre, di vendere la macchina, che non si sa mai, ma temo sempre di vedermela sparire ! e poi prenderò certamente molte volte più di quanto costa, dato che tutto qui è proporzionato. Non vi pare giusta la mia idea ? dato che costa anche così caro a fotografare, una volta levatomi la voglia, e per non correre il rischio di perderla !

Mi chiedete una istantanea del mio viso per vedere come sto dopo l’incidente occorsomi, e mi pare che con queste fotografie potrete vedere che sto perfettamente bene, e non rimane più nulla di tutto il male.

Il dottore ha detto che è stato un vero miracolo se non ho perso la facoltà di vedere, dato che potevo essere colpito nel migliore dei casi, gravemente. Ma come vedete, tutto è andato per il meglio, e ormai da moltissimi giorni il mio occhio ha perduto ogni rossore, ed è tornato normale, sia nel colore, come nel vedere. Non vi è più alcun pericolo, e l’incidente, dovuto a cause non conosciute, ma che devono attribuirsi ad infortunio, non accadrà più, dati che una volta su un milione succede. State dunque tranquilli, e come vedete dalle fotografie, sono completamente ristabilito. Silvana chiede se la cartolina in franchigia del g. 14 non la ho scritta io. Ha indovinato: La ha scritta un mio amico, perché io non potevo, e poi non volevo che, essendo già molti giorni che non mi facevo vivo a causa del male, voi poteste essere sopra pensiero.

Ho preso nota delle misure datemi per gli anelli di Silvana e Wally, e appena potrò finanziariamente, li farò fare. Intanto spero che Giovannitti1 sia già venuto da voi con le sorelle, come scrittomi papà. Vorrei chiedervi un favore ancora, se potete ancora farlo a mezzo Giovannitti: Un pennello per la barba, che non ho, e se arrivano le lamette e il sapone da barba, come scrittomi, non potrei radermi senza pennello. In ogni caso potreste invi­armelo anche a mezzo pacco postale. ­Dell’olio e dei vaglia ho già ricevuto vostra lettera dove dite di avere ormai tutto in vostre mani. Io ne sono felice, perché so che così potrete andare avanti ancora, e non avrete il pensiero di mancare del condimento.

Teresina continua a scrivermi ogni giorno per espresso aereo, e io rispondo, essendosi invertite le parti, ogni quattro-cinque giorni. Prima scrivo due o tre volte a voi, poi una a lei. Tanto non mi impressiono per questa improvvisa corsa allo scrivere, che naufragherà certamente prima di quanto non si creda. Vi assicuro della mia ottima salute, e sono contento che anche per voi sia così. Con tanto affetto vi bacio.

Vostro

Dino

P.S. Bellissima la fotografia di Wally, mi è piaciuta moltissimo.

1 Amico di Dino

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