23 giugno 1942

P.M.29 li, 23 Giugno 1942-XX°

Carissimi,

Stamattina ho sbrigato tutta la mia corrispondenza d’ufficio, e così oggi posso scrivervi queste righe.

Debbo innanzi tutto dirvi che un ora fa ho ricevuto il pacco del 29.5 u.s. con un pettine, due scatole di lucido per scarpe, il cioccolato, noci, mandorle, fichi, latte condensato, marmellata e caramelle. Sono contento di tutto ciò, così potrò spazzolarmi le scarpe, lucidarmi i denti con il bel spazzolino, e sbafare un pochettino.

Grazie ancora una volta per i pensieri che avete di farmi contento, di non farmi mancare nulla, so che vi costa fatica trovare certi generi, e molta spesa. Quello che vi raccomando, è che se doveste spendere troppo, preferisco che mi mandiate oggetti di poca spesa, che per me sono sempre buoni, non trovandosi niente in commercio. Io pure faccio il possibile per poter risparmiare dei soldi e mandarveli, affinché possiate avere un sollievo nelle difficili condizioni di vita. Quando ricevo vostri pacchi, mi sembra di avere un pezzo di casa mia, perché vi leggo i nomi di fabbriche dei paesi vicini, vi trovo oggettini tanto cari ed indispensabili, frutto del vostro affettuoso interessamento. Vi mando un bel bacione riconoscente, e vi prometto che ve lo darò anche quando dovrei venire in licenza, un particolare bacio per questo pacco.

Io, come già dettovi in altra mia, vi ho inviato due pacchi, che avrete verso la fine del mese o i primi del mese venturo. Spero che avrete già ricevuto avviso della mia spedizione, a mezzo delle precedenti lettere. Per il momento non ho ancora trovato altro olio da mandarvi, ma me ne occupo, e spero di poterne trovare presto. In ogni modo spero che potrete averne per un pò di tempo ancora.

Nel vostro pacco, ho trovato questo allegato tagliandino dello zucchero, che forse voi involontariamente avrete perso. Mi rincresce se avete perso la razione del mese di Gennaio per questo sbaglio.

Due giorni fa ho ritirato queste fotografie della mangiata che abbiamo fatto nel giorno della festa dell’Artiglieria, (15 Giugno) e spero che vi piaceranno. Eravamo nel cortile dell’Hotel dove abbiamo il Comando, con una tavola improvvisata con delle assi, e con due teli da tenda. Era tanto tempo che non mangiavo a tavola ! In quel giorno ho avuto modo di assaggiare (alla moda di mamma) ossia mangiare a sazietà, pasta asciutta (due gavette), un mezzo chilo di capretto arrosto, un piatto di insalata, il formaggio, un mezzo litro di vino, le ciliegie, e per di più buone sigarette. Giornata campale per la pancia direte voi, e vi posso assicurare che giornate così non si dimenticano tanto facilmente, perché sono passate in allegria, assieme ai compagni. Vedrete facilmente dalle fotografie, dove sono io, e come mangio di buona voglia.

Giovedì dovrebbe partire il mio amico Giovannitti1 per Torino, e a mezzo suo manderò altro simile regalo per papà. Non è certo che partirà questo Giovedì, ma poco manca. Pensate che dopo lui, in ordine di turno, dovrebbe venire un caporalmaggiore dell’Amministrazione, un certo Ferrero Dino. Non sarà una cosa sollecita, ma certamente, quando assegneranno anche posti per il comando, se tutto andrà bene, anche quel certo caporalmaggiore, dovrebbe venire a casa con trenta, dico trenta, giorni di licenza premio. Bella speranza, no ? in ogni caso, non disperate, che tutto dovrebbe andare bene.

Qui al solito, si aspettano i film italiani, che dovrebbero arrivare, ma che si fanno ancora aspettare. Arriveranno, come si dice, verso la fine del mese. E da voi, fa molto caldo? Da noi, ancora ieri, si soffocava dal caldo, mentre oggi, mentre scrivo, piove, e tutta l’aria è rinfrescata. Come si stà bene, dopo tanti lunghi giorni di calore ! Pensate che erano due giorni che dalle sei del mattino, alle 20 della sera, non ero altro che sempre attaccato a questa macchina, a fare distinte dei vaglia, per tutto il Reggimento! E’ un lavoro lunghissimo, ma che per ora è finito. E per dieci giorni ancora mi lascerà in pace. Dopo, per altri due giorni ancora, avrò da sgobbare. Ma fa niente. Penso che i nostri camerati in Africa stanno a fare ben altro che scrivere distinte dei vaglia, e conquistano territori, e vincono battaglie grandiose. La sera di ieri l’altro, dopo avere lavorato fino alle ore 20, mi ero concesso lo svago di andare a vedere un film tedesco, molto bello. Verso le ore 22,30, essendo il cinema, (come tutti i cinema qui), all’aperto, abbiamo sentito cantare per la strada, gli inni della Patria. Poi più niente. Finito lo spettacolo, tutti noi ci siamo alzati, sapendo già la notizia dalla sera, e ci siamo riuniti ai compagni che erano entrati nel cinema. Nel cinema stesso in centinaia di soldati, abbiamo intonato l’inno impero, Giovinezza, e tutti gli altri inni della Patria. I greci sono rimasti incantati dalla fede nostra, dal nostro entusiasmo; uno di essi, si è avvicinato ai diversi ufficiali che, mescolati a noi fraternamente cantavano, e ha detto: Peccato che non sappia cantare, perché canterei con voi. Alla fine di ogni canzone, invocazioni al Duce, e ogni tanto il grido: Che cosa fa Churcill ? E tutti rispondevano: Schifo !!!!! poi siamo andati ancora in giro per le vie, e da qualche balcone ci battevano le mani. La nostra spontanea riunione, si è chiusa, portando il nostro pensiero ai camerati, che nei disagi più grandi, hanno saputo dare la prova che, anche con mezzi minori del nemico, sanno vincere. Questo è il segreto delle nostre vittorie, questo il segreto della certa nostra vittoria finale, perché dovunque si sono presentati i nemici, il soldato italiano lo ha combattuto e vinto, dalle Alpi all’Albania, all’Africa, alla Russia, perché abbiamo nel cuore una fede, perché vogliamo fare grande, prospera la nostra casa, perché abbiamo negli occhi il cielo della nostra Terra, e mai permetteremo che nemico vi abbia a mettere piede. Chiudo queste righe, augurandovi ogni bene, e sperando di potervi presto riabbracciare, e portarvi un pò di felicità. Siate certi che pure così lontani, siete sempre qui con me, e sopra ogni cosa.

Abbiate tanti baci cari, a mille dal vostro

Dino

1 Amico di Dino, anche nel dopoguerra

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