16 aprile 1942

P.M.29/P. 16 Aprile 1942-XX°

Carissimi,

Oggi ho ricevuto la vostra lettera del 8.4.1942, e come al solito mi ha fatto tanto felice. Motivo principale della mia felicità è il sapere che papà ha avuto assicurazione del suo impiego, ed era questa la mia più grande preoccupazione, dato le difficili condizioni di vita del momento attuale. Ma con grande fortuna e aiuto, aiuto Divino, tutto si sistemerà. Anch’io ho pregato la cara sorellina Isa1 quando seppi del licenziamento di papà. E Lei ci ha aiutati, come sempre.

Sono contento che vi sia arrivata la mia fotografia a mezzo busto, che non posso dire sia benissimo riuscita, ma un poco di come sono, devo confessarlo, vi figuro. La serietà che papà dice essere eccessiva, non ho potuto evitarla, perché sapete bene che in fotografia non sono mai riuscito a fare vedere i denti. Chissà perché, ma tutte le volte che mi faccio fotografare, sono sempre serio. Quando dovrò venire a casa in licenza, ne prenderò una assieme a voi, e allora riderò, siete contenti?

Ho ricevuto posta dalla zia Erminia2, ma le avevo già scritto in precedenza. Domani le risponderò lo stesso. Gli zii li ho già ringraziati del pensiero gentile, e ho pure scritto a Pippo3. Anzi ieri ho ricevuto posta da lui, e stasera gli risponderò.

I pacchi da mezzo chilo, come già sapete, mi sono arrivati, resta però ancora quello da due chili, che non tarderà; al primo convoglio sarà qui. Se vi capitasse di farmene qualche altro, sappiate dirmi se potete mandarmi un poco di latte condensato zuccherato, che sarebbe per me un grandissimo regalo. Forse Formica4 ne avrà ancora, e dicendogli che serve per me, forse vi accontenterà. Qui manca, e allora, mandandomi quello, lo metterò nel caffè alla mattina. E poi se potete, mandatemi la crema per la pelle, per farmi passare tutta la pelle alzata che ho essendo primavera, e tutti siamo nelle medesime condizioni. Ditemi: E il sussidio ve lo danno ancora? Quello sfruttatore di un Ingegnere, che voleva pagare papà Trecento lire al mese, non sa che non abbiamo bisogno della sua carità ? Io, non essendo impiegato, piglio quasi 400 lire al mese. E dunque, cosa pretende ? A proposito : Da oggi sono caporalmaggiore, e percepisco una paga più elevata. Fra qualche mese spero, se tutto andrà come la mia buona condotta vuole, potrei essere sergente. Che passi, vero? Bellich Andrea5 ha ricevuto da giorni la vostra lettera, e, previ accordi con la sorella, stà combinando una ricetta per un dolce di qui, che come espressomi da Valli6 vi manderà.

Qui continua a fare il bel tempo, e si fanno anche delle belle passeggiate, visto pure che il lavoro d’ufficio, da qualche giorno a questa parte ci lascia respiro. Oggi ho ricevuto pure una lettera di quattro pagine della nonna, e le risponderò domani. pensate che l’indirizzo era questo : Caporale – 59° REGGI ARTIGLIERIA D.F.CAGLIARI-Uff.Amm.ne

P.M.29/P.

Mancava il nome, ma per fortuna aveva messo “Uff.Amministrazione” e i miei amici me la hanno data lo stesso la lettera. Povera nonna ! Si vede che la penna non la regge più bene, e ha voluto fare questo sforzo per me, per farmi contento. Le risponderò con una bella lettera. Spero di potervi rivedere presto, e nel contempo vi bacio tanto tanto, con affetto. Vostro

Dino

1 Sorella di Dino, morta all’età di due anni nel 1923

2 Zia di Luigi, padre di Dino

3 Giuseppe Ferrero (1921-2015) cugino di Dino. Una sua ampia intervista è riportata alle pagine 123-125 del libro “Torino è casa nostra, ed. Laterza, 2015, in cui racconta della sua farmacia in piazza Savoia a Torino e di alcuni episodi della seconda guerra mondiale

4 Negoziante di generi alimentari ad Alpignano (TO) nella stessa via in cui abitava la famiglia di Dino

5 Amico di Dino

6 Amico di Dino

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