Posta Militare 29/P.,li 13 aprile 1942
Carissimi,
Questa sera, prendo la eroica decisione di scrivere a casa ! Tutti siamo presi da un certo non so ché che si potrebbe chiamare pigrizia. Quando si prende in mano la carta, si deve desistere, perché non vengono le idee o perché la mano non vuole farsi guidare come vogliamo. E questo perché?
Perché la sera si è assonnoliti e stanchi, e malgrado il dolce desiderio che si ha di dire due parole belle ai propri cari, di isolarsi a caro colloquio con loro, si è facile preda del sonno. Gran parte di questa pigrizia deriva dal fatto che si dorme su dei lettini comodi, se non proprio soffici. E verso le nove della sera, cioè l’ora nella quale stò scrivendovi, si sente un pesantore alle palpebre che difficilmente si vince. Ma non conta tutto ciò, perché è troppo grande il desiderio che ho di parlarvi, di dirvi di me, di chiedervi di voi. Da quattro giorni, ora che la posta aerea arriva giornalmente, (caso strano che proprio io non ricevo) sono sempre in vana tensione nervosa. So però che voi mi scrivete, ed è questione di giorni, e tutto si accomoda perché non state molto tempo senza dirmi qualcosa, ma da Teresina, credo sempre di ricevere, con il risultato che sapete. Allora domani spero di sapervi bene, e che abbiate passato una buona Pasqua.
Ieri era domenica, e sono andato un poco a zonzo a fare il fannullone; soprattutto a vedere il passeggio delle signorine e dei giovinotti che si prendono il cocente sole di questa magnifica stagione. E così è passata buona parte della giornata. Poi al pomeriggio c’era la rivincita della partita fra il Comando (che siamo noi) e il Reparto Comando di Reggimento nostro tenace antagonista, per rifarsi della sconfitta che ha subita domenica scorsa per 3 a 1 . Ho fatto tanto tifo, e alla sera non avevo fiato per parlare. Avrei dovuto giocare anche io, ma non ho voluto farlo perché sono fuori allenamento, e appena gioco mi sento tutto indolenzito. Se questa estate faranno le gare di nuoto al mare, vi parteciperò e sono sicuro di ottenere un risultato ottimo. Stasera sono uscito con dei miei amici e siamo andati a mangiare dei carciofi al sugo. Non fa bisogno di dire che costano, in valuta italiana molto cari, ma come vi dissi in una mia precedente, qui non conta niente il denaro. Comunque spero di potere alla prima occasione, mandare un vaglia di un centinaio di lire, anzi, forse domani stesso. Per l’olio, sono sempre in attesa di trovare una latta, perché il più importante è trovare il recipiente, e poi tutto viene facile. Spero di trovarne un paio di quelle che contengono nove chili, all’incirca, che ho già mandato. Abbiate pazienza, che tutto, come la prima volta, si appianerà. E ditemi, ne avete consumato già tanto del primo? E per gli arretrati dello stipendio, è arrivato il mandato? La prima parte di 2800 lire all’incirca la avete presa, ora spero che, essendo già al 14 domani, lo avrete il resto ! E per papà; come si è aggiustata la faccenda ? C’è la speranza di un qualcosa di buono ?
Spero in bene, e sarò tanto felice quando saprò che è sistemato bene e tranquillamente, senza cave1 per la testa ! Finendosi la lettera, vogliate ricevere tanti baci cari, e abbracci dal vostro Dino.
Dino
1 Nel senso che ha terminato il lavoro presso la cava di Sant’Ambrogio di Torino.