1 gennaio 1942

Tripolis 1 gennaio 1942 (sera ore 19.30)

Miei cari tutti,

Quest’oggi, come per la festa del Natale, si è cercato di essere il più allegri possibile, per potere solamente non dimenticare, ma pensare meno alla lontananza da voi tutti. Certo questa festa non è stata come quella di Natale, per la mancanza di altro da mangiare, ma siamo felici lo stesso perché il rancio è stato ottimo, e perché un dolce ci è stato distribuito. Ecco la lista. Pasta al sugo, formaggio, arancio, vino, pane, sigarette e …. Un bel panettone di trecento grammi. Potete immaginare come ci siamo lanciati all’attacco! E poi io dopo preso il rancio, venni in ufficio solo, per mangiare in pace. Quando arrivai al panettone e lo aprii (era un panettone (Torino) Wamar) vidi dei bigliettini che lessi prima di mangiare e vi dico sinceramente che mi scesero due lacrimone a sentirmi così vicino a voi, nel cuore. Mi è parso che quel panettone me lo aveste dato voi in dono, rinunciandovi, e sono stato molto commosso. Vi allego i bigliettini, così potrete leggere se ho ragione o torto. Grazie di cuore per tutto quello che sacrificate per noi; noi si vorrebbe poter dare tutti noi stessi per vedervi felici e nell’abbondanza. Ma è questione di tempo, e dalle fornite tasche del nemico, scaturirà il benessere per tutti.

In questi giorni non ho scritto perché non mi sentivo bene in forma per scrivere. Non so, ma la sera, quando si spengono i termosifoni, ci piglia una tale pigrizia che non si ha voglia nemmeno di spogliarsi per andare a letto. Poi fa molto freddo. Siamo stati tre giorni senza riscaldamento, e in ufficio il termometro segnava +3, +1; le mani gelano, e addio festa! Oggi dopo l’abbondante nevicata di ieri, abbiamo avuto il cielo sereno, e un bel sole. Ma fuori, che freddo! Avevo preso il caffè, e ne avevo avanzato un centimetro nella gavetta. Dopo tre minuti che la avevo posata, era ghiaccio! E questo sotto il sole! Tu papalino mi chiedi perché Teresina1 vuole la tua fotografia. Mi ha detto che suo papà la desiderava perché è tanto amico con te, e poi sa che lei mi vuol bene…. Ma se non ti piace l’idea, fanne a meno, tanto si dimentica di chiedere due volte.

Ora a me non ha mandato né per Natale, né per il I°, nessun augurio. E mi meraviglio tanto più che non scrive. A me, detto fra noi sinceramente, l’affare puzza (come dici tu papa, no?) In una sua ultima mi diceva di aver conosciuto un simpaticissimo giovane rassomigliante a me; Come dire!!! Il surrogato penso io!!! Ma mi rassicurava che lei… insomma di non dubitare! Ma e chi ci crede più al mondo? Scusate questa lunga parentesi, e vogliate accettare tanti baci cari dal vostro Dino che con le armi in pugno si prepara il ritorno.

Ancora baci e abbracci, e auguri a mille Dino

1 Fidanzata (o ex) di Dino quand’era ragazzo in Libia, già più volte citata fin dalla lettera del 25 aprile 1941.

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