Tripolis 19/6/41 XIX°
Miei carissimi,
Da alcuni giorni non ricevo più vostre nuove, ma so che questo ritardo è causato dal fatto che mi sono ulteriormente spostato e quindi sapendo alla posta che ero alla vecchia dimora, continuano a mandarmi tutto lì. Stasera però deve arrivare il mio amico e mi porterà sicuramente vostre buone nuove.
Ho fatto due giorni in camion, e quante montagne ho attraversato per venire qui! Sulla carta sembra che si possa arrivare in poco tempo da una città all’altra, mentre nella realtà, anche con mezzi di trasporto velocissimi, per compiere dei tragitti di venti chilometri appena, si impiega un infinità di tempo. Qui dovunque si voglia andare bisogna attraversare le montagne eccetto nella fascia costiera. Strapiombi di cinque-ottocento metri che fiancheggiano la strada, sulla quale transita a malapena una macchina, curve ogni metro, come a gradinata. Nel primo tragitto, si era in riva al mare e tutti i paesi erano come nella nostra riviera ligure, in quel Golfo che prende nome dalla città di Corinto.- Ovunque resti del disfatto esercito inglese; le nostre truppe avanzando si liberavano dell’ingombro dei carri armati e camion inglesi fuori uso buttandoli con possenti colpi giù dalle scarpate. Essi si contano a centinaia, e tutto il materiale che essi avevano in Grecia è andato così perduto.-
Ho visto l’istmo famoso dove finisce il Golfo, e poi ci siamo inoltrati nella terra-ferma.-Il mare ora finché non tornerò in Italia non lo vedrò più.-
Quanti aeroplani inglesi ho anche visto qui! Tutti distrutti dalla potenza della nostra aviazione e tedesca; dove si sono presentati i nemici, li abbiamo annientati.-
Il luogo dove ora mi fermerò è molto bello e pieno di comodità.-
Stanotte ho dormito sul letto a molla con due materassi di lana e un cuscino di piume. Avrei potuto aver più… soffice sonno se avessi voluto altri materassi, ma sprofondavo già in mezzo a tutto quel molleggiamento; sono nel più moderno albergo della città, appena costruito, stile novecento, con tutte le comodità moderne.-
All’ingresso vi sono i servitori in livrea, e quando entro mi do una certa importanza…pari al mio alto…incarico!!!!
In questa lettera vi metto un ordine del giorno nostro nel quale il Generale elogia gli artiglieri: Vi sembra che devo esserne fiero? Dopo tutto l’eroismo dei nostri giorni di guerra, sentiamo di meritarcelo, e cercheremo di fare anche meglio.-
Ho sentito per radio la trasmissione del ritorno della divisione Bari.- Essa era sul nostro fronte, e quando entrammo in Grecia la sorpassammo prima che tornasse in Italia.-Quando torneremo noi chissà le accoglienze di Vercelli! E la gioia di rivedere la cara Patria! E sopra tutto voi. Al solito stò bene di salute, come avrete potuto vedere dalla mia fotografia fatta a Patrasso, e che spero vi sia giunta.-
A proposito di Patrasso: Mi informai durante la mia permanenza in quella città di dove fosse il reparto di Romitelli1, ma nessuno seppe dirmi qualcosa. Gli ho pure scritto, ma niente…Speriamo che un giorno ci rivedremo alfine! Ho scritto con la macchina portatile, che è rotta, quindi ho combinato un pasticcio.-L’essenziale è che possiate capire.- Vi ricordo sempre e vi mando tanti baci cari ed abbracci.-
Vostro Dino
1 Amico di Dino